mercoledì 15 febbraio 2012

Benedetto ha anticipato Celentano di due anni



Circa due anni fa, parlando - come direbbe Celentano - a "preti e frati" per di più teologi, il Papa ha detto quanto segue: 
Noi oggi abbiamo spesso un po' paura di parlare della vita eterna. Parliamo delle cose che sono utili per il mondo, mostriamo che il Cristianesimo aiuta anche a migliorare il mondo, ma non osiamo dire che la sua meta è la vita eterna e che da tale meta vengono poi i criteri della vita. Dobbiamo capire di nuovo che il Cristianesimo rimane un «frammento» se non pensiamo a questa meta … e dobbiamo di nuovo riconoscere che solo nella grande prospettiva della vita eterna il Cristianesimo rivela tutto il senso. Dobbiamo avere il coraggio, la gioia, la grande speranza che la vita eterna c'è, è la vera vita e da questa vera vita viene la luce che illumina anche questo mondo.

Benedetto XVI
(dall’omelia per la S. Messa con la Pontificia Commissione Biblica, 17 aprile 2010)

Ferma restando la solidarietà ad Avvenire e a Famiglia Cristiana, non mi pare che sia una novità ciò che ha osservato Adriano. "Preferisco il Paradiso" aveva detto San Filippo Neri, non alla tv ma a un cardinale. 


1 commento:

  1. Caro Pippo
    Condivido la tua difesa di Celentano . Su tale argomento così ho scritto a diversi giornali :

    Con Adriano Celentano e le sue recenti esternazioni al Festival di S Remo io non sarei tanto critico perché in esse al di là di giudizi discutibilissimi ho avvertito qualcosa che ben di rado trovo nei personaggi dello spettacolo e cioè la sua sincerità . Del resto mi pare sia questa la vera ragione del successo delle canzoni di Celentano un animo semplice di bambino che lo porta ad esprimere senza troppi freni ed inibizioni quello che sente nel suo intimo . E da un bambino-poeta non si può pretendere troppa prudenza e calcolo a rischio di ridurlo al silenzio e di essere privati del suo dono di visione nuova della realtà . Chissà se con il suo invito appassionato a discutere su ciò che ci attende dopo la morte , il nostro molleggiato non ci abbia reso un vero servizio come il bambino che nella favola di Andersen sui nuovi vestiti dell’imperatore avvertiva che egli era in realtà nudo

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