lunedì 23 dicembre 2013

Grazie per quest'anno


Non c’è alcun dubbio. Il Te Deum è per ringraziare di aver avuto Papa Francesco; e non penso di essere il solo. Il ringraziamento si estende anche al gran regalo di Dio che è Benedetto XVI, il Papa teologo e umile che ha indetto l’anno della fede, degno coronamento della sua attività di teologo tutta orientata a far comprendere all’uomo contemporaneo la verità dell’Amore di Dio. Grazie anche per la sua sapienza e umiltà nel farsi da parte quando è stato il momento.
I mesi di Papa Francesco sono stati un susseguirsi di sorprese che sarebbe lungo elencare. Per me che mi occupo di comunicazione posso sottolineare (e ringraziare per questo) lo spostamento dell’asse della comunicazione della Santa Sede. Siamo passati dall’assedio mediatico dei media di tutto il mondo sui temi della pedofilia, Ior e Vatileaks, al superamento delle questioni sull’aborto, matrimonio, educazione cattolica, eutanasia, matrimoni omosessuali, e così via, per dare la priorità al messaggio evangelico allo stato puro. Il Papa ha ripreso alla lettera lo stile di Gesù. Parlando il linguaggio comune e prendendo spunto dalla circostanze ordinarie della vita quotidiana (il pranzo, la vecchietta, la pecora, Mammona, il lavoro) il Papa ci ha restituito la limpidezza e la concretezza del Vangelo. Ci ha fatto rivedere Dio sotto forma di Gesù incarnato nella nostra realtà di vita di ogni giorno, tanto soprannaturale quanto naturale. E’ una strategia che nasce dalla sua preghiera che lo rende capace di interessarsi alla sorte di ognuno e di tutti. Diceva Frossard che Dio sa contare fino a uno e il Papa fa così. E’ capace di telefonare personalmente a chi ha subìto un torto e interessarsi delle grandi tragedie mondiali: dalla sorte dei migranti disperati, fino all’egoismo dei pochi ricchi che affamano il pianeta. Non è un condottiero di masse, è un padre di persone. Rivoluzionario e tenero a un tempo.
Francesco invita a riscoprire Dio e il rapporto vivo con lui. Le grandi questioni morali della nostra civiltà non vengono trascurate: si sa bene come la pensa, ma lui sa che la buona condotta è conseguenza dell’amore. Occorre risvegliare nelle coscienze l’amore a Gesù che ci ha amati per primo. Occorre conoscerlo per amarlo, occorre pregare per avere confidenza con lui. Il resto viene dopo. I primi cristiani non erano apostolici perché avevano ascoltato discorsi sulla decenza o sui valori, erano vibranti perché credevano in Gesù risorto.
Come già accadde con Giovanni Paolo II, c’è stata una corsa per considerarlo progressista in certi momenti o conservatore in certi altri, senza ricordare che gli uomini di Dio sono sempre ad un tempo rivoluzionari e tradizionalisti. Tutta la nostra civiltà è come un mosaico in cui ogni tessera è un contributo lasciato da un santo, o reso possibile da un santo. Francesco sta mutando le categorie su cui il mondo si regge: contro l’aggressività militare propone una veglia mondiale di preghiera, contro l’egoismo della speculazione finanziaria fa aprire gli occhi su chi ha fame ed è senza lavoro denunciando l’idolatria di Mammona. Non dispone di divisioni militari né di strumenti economici ma agisce sui cuori, come San Paolo che nella lettera a Filemone spiega che non si può considerare schiavo un fratello in Cristo. San Paolo non è Spartaco che organizza il sollevamento armato ma mette il seme di quella cultura che abolirà la schiavitù. Così Francesco mette le basi di una nuova civiltà in cui la persona è al primo posto e il lavoro, la famiglia, la casa, la solidarietà e la libertà sono punti imprescindibili.
Francesco parla al mondo intero perché rende vivo il Vangelo in modo che lo capisca anche il pescatore delle Filippine e il minatore africano. Per comprenderlo non occorre aver studiato al liceo. Provvidenzialmente Joseph Ratzinger aveva prima parlato agli intellettuali europei demolendo gli ostacoli che la cultura europea aveva costruito per separarci da Dio. Una continuità ammirevole fra i due Papi, perché l’Europa ha diffuso il Vangelo nel mondo, ora lo sta rinnegando e ha urgente bisogno di rievangelizzazione. Malgrado tutto, il mondo intero guarda alla cultura occidentale e rimane sbigottito quando vede che la stiamo buttando dalla finestra, come mi ha detto un amico cinese. Ecco che il tandem fra i due Papi davvero illumina il mondo con il “lumen fidei”. Grazie Signore, il Te Deum è  per averci dato due guide così.

giovedì 19 dicembre 2013

Un messaggio dal presepe


Quando avevo nove anni interpretai la parte di San Giuseppe nella “Cantata dei Pastori” a Napoli. C’era un personaggio, di nome Benino, che dormiva. Dormiva mentre i pastori si avviavano alla Grotta, ma lui continuava a dormire. Oggi a casa abbiamo allestito il presepe e con gioia ho trovato la raffigurazione di Benino che dormiva, e l’abbiamo piazzato in bell’evidenza. Ho conosciuto un santo che mi ha trasmesso quest’idea: il presepe è una cattedra in cui ogni personaggio insegna qualcosa. Oggi mi sento come Benino, non perché abbia sonno ma perché non mi sento mai abbastanza sveglio per capire la logica di Dio. Papa Francesco ci ha messo in guardia contro la logica mondana secondo cui contano solo i soldi, la fama, il piacere. Tocca a me scoprire la logica di Gesù che è l’opposto della logica di Adamo. Adamo sceglie il proprio criterio, si allontana da Dio e porta la morte. Gesù obbedisce fino in fondo a Dio e porta la vita e la risurrezione. La via di Gesù è quella che non cerca l’apparenza: passa attraverso l’amore fedele, il lavoro ben fatto, la lealtà verso gli amici. Il bimbo che nasce tra i disagi e viene posto in una mangiatoia non è una singolarità della Provvidenza è l’autentica via di Dio. Al momento della morte salirò anch’io sul Calvario  seguendo Gesù. Attraverso le asperità della vita la Provvidenza mi plasma, rendendomi felice ora e nell’altra vita. Una luce si è accesa quando ho messo a fuoco questa verità. Benino si deve svegliare, anche se vorrebbe dormire.



giovedì 12 dicembre 2013

Grazie Signore per il regalo di Maria

 
Un amico sacerdote mi ha raccontato che, appena ordinato, gli hanno chiesto di predicare in una residenza universitaria femminile durante le messe della novena dell’Immacolata. Era felice perché sentiva il desiderio di parlare della Madonna e si lanciò in prediche infiammate. Finché una ragazza venne a dirgli che le sue prediche la deprimevano perché presentava Maria come modello irraggiungibile, mentre lei si sentiva imperfetta. Il mio amico ebbe un momento di ripensamento. In effetti pensare ad una creatura senza il peccato originale potrebbe portarci a credere di aver a che fare con un essere super, come i personaggi di fantascienza. E invece no. L’assenza del peccato consente alla persona di essere più umana e quindi più aperta all’accoglienza nei confronti degli altri. E’ il peccato che rende chiusi ed egoisti.
“Irraggiungibile” canta un inno ecclesiastico rivolto alla Madonna. E’ giusto, ma non è conveniente ripeterlo troppo. La bellezza di Maria è essere autenticamente donna grazie all’assenza del peccato originale. L’entusiasmo di Adamo quando vede Eva per la prima volta ci ricorda l’entusiasmo ancora più solido che nasce dalla contemplazione di Maria. Accogliente, forte, dolce, affettuosa,  comprensiva. La donna quando è davvero donna è una benedizione, un regalo. Tanto più se ha la vocazione di essere madre mia e tua. E’ appena trascorsa la solennità dell’Immacolata. Sono in tempo per ripetere: grazie Signore per questa grande, bella e vera donna che è la Madonna.



giovedì 5 dicembre 2013

meno male che c'è Francesco

 
L’orizzonte non sembra sereno. La lobby finanziaria mondiale non si limita alla speculazione ma impone un progetto culturale. A qualche anno dalla fine della guerra è cominciata una campagna di demolizione della morale popolare. Nel ’67 i produttori cinematografici americani hanno abolito il codice Hays di autoregolazione che garantiva la moralità dei film di Hollywood, nel ’68 la contestazione giovanile ha portato la rivoluzione sessuale e il rifiuto dell’autorità sotto qualsiasi forma; il divorzio e l’aborto sono stati considerati “conquiste civili”, l’edonismo reaganiano ha caratterizzato gli anni 80 mentre dal 90 in poi è cominciata l’esaltazione dell’omosessualità che ora dilaga colla teoria del “gender” che non riconosce la distinzione dei sessi e considera l’unione omosessuale un vero matrimonio. La tutela della vita scompare con l’eutanasia, applicata in Belgio anche ai bambini. Non sono “mode”, c’è un’organizzazione capillare che porta avanti queste campagne secondo un progetto. I grandi burattinai sembrano al servizio del Demonio. Dietro le persecuzioni (che aumentano ovunque) dei cristiani s’intuisce una strategia che punta allo scontro di civiltà (utile a petrolieri e guerrafondai) e all’intimidazione della Chiesa. D’altro lato abbiamo Papa Francesco che ci ha regalato l’esortazione Evangelii Gaudium (da studiare bene) che spiega il suo pensiero e la sua azione. “Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa”, confida il Papa. La Provvidenza provvede.



domenica 1 dicembre 2013

Grazie a Joseph per l'Anno della Fede

 
L’Anno della Fede si è concluso ed è un motivo di ringraziamento, oltre che a Dio, a Benedetto XVI. Tutta la vita di Ratzinger è stata come una freccia diretta ad un unico bersaglio: illustrare la fede all’uomo contemporaneo, soprattutto occidentale, gravato da pregiudizi e ideologie. Di fronte alle argomentazioni e gli approfondimenti del teologo bavarese sono cadute tante prese di posizione che si opponevano alla fede. La tradizione culturale Europea, nata da radici e princìpi cristiani, a poco a poco è passata ad un atteggiamento critico verso la fede. Dal rispetto della persona si è passati all’individualismo, dalla valorizzazione della ragione al razionalismo negatore della Rivelazione, dalla cultura della scienza al culto della scienza che non riconosce Dio, e così via. Joseph Ratzinger con garbo, pazienza e una lucidità senza pari ha smontato una per una le ragioni senza ragione che si opponevano all’accettazione semplice del Vangelo. Prima come teologo e poi come Papa ci ha dato testi preziosi che ci hanno aiutato a vivere la fede con consapevolezza. Come ultimo episodio va ricordata la pacata risposta a Odifreddi, pubblicata recentemente da Mondadori, in cui con deliziosa cortesia smonta le critiche mosse al libro più conosciuto di Ratzinger Introduzione al Cristianesimo. E’ stato l’anno in cui Benedetto ha ceduto il passo a Francesco con un’umiltà e una saggezza esemplari. Si è concluso un anno non solo della fede ma della riconoscenza al Signore per tutti questi doni.