venerdì 25 aprile 2014

Karol e la Divina Misericordia




Dio ci ha preparato una festa. Una festa per il più grande regalo concesso a noi contemporanei. La canonizzazione di Wojtyla è il vertice di una storia di misericordia. Nel momento più duro e difficile per la Chiesa dei nostri giorni è arrivato un uomo che ha conquistato il mondo alla causa di Cristo. Fra le tante meraviglie, un’osservazione: nel 2000 Giovanni Paolo II ha istituito la festa della Divina Misericordia, è morto il sabato sera che la precede, verrà canonizzato in quello stesso giorno. Come non vedere un disegno della Provvidenza? Anche Papa Francesco ci parla continuamente della misericordia di Dio. E’ l’ora di imparare a rivolgermi alla Sua misericordia con tutto il cuore. Davanti ai pericoli, davanti alle mie fragilità, davanti alle aggressioni contro la tua Chiesa, Signore, Tu m’inviti ad affidarmi a Te che sei la Misericordia. Devo imparare che assomigliarTi significa essere misericordioso, è ora che io impari ad amare. Solo così m’identifico con Te e la nostra comunione è vera. Perdonare, saper voler bene: è questo il cammino della felicità e della vita eterna. “Non abbiate paura!”, ci dice Karol, di “spalancare le porte” del nostro cuore. Sembra sempre che i Tuoi amici siano minoranza, perseguitati e sbeffeggiati, ma Tu ci inviti a lavorare, pregare, sorridere e perdonare. Alla fine il Cuore di Gesù e il Cuore di Maria, immagine della tua misericordia, prevarranno. E grazie Signore per i Tuoi continui regali, per averci dato Papa Roncalli e Papa Wojtyla.



mercoledì 16 aprile 2014

Una scoperta sul Giovedì Santo

 
Il giovedì santo è stato sempre per me il giorno più intimo e commovente. Mentre la domenica di Pasqua è il giorno della gioia vera, profonda, smisurata, la cena del giovedì è un momento raccolto: Gesù parla con parole infiammate, spiega l’amore di Dio e il comandamento “nuovo” di amarci come Lui ci ha amato. Lui stesso si dà da mangiare e crea l’unione più intima che si possa immaginare. Finita la cena Gesù esce nella notte, va nel Getsemani, dove prega, suda sangue mentre gli apostoli si addormentano e non riescono a vegliare. Joseph Ratzinger afferma in un suo scritto (Il cammino Pasquale, ed. Ancora) che la Chiesa commemora questo itinerario di Gesù portando il Santissimo fuori dal tabernacolo in una cappella laterale rappresentando così il percorso di Gesù fuori della casa, nella solitudine e nell’angoscia. A noi, a me, tocca il compito di accompagnarlo. Sembrerà strano ma confesso che non mi ero reso conto pienamente del significato di questa liturgia. Quelli che da bambino sentivo chiamare “sepolcri” e che da grande mi avevano fatto contemplare l’Eucarestia,  ora li vedo con questa luce nuova. Sono l’occasione di rispondere a Gesù che mi dice: non sei stato capace “di vegliare un'ora sola con me?” Veglia e prega... (Mt 26,40). Questa scoperta mi accompagnerà il prossimo Giovedì Santo. Ringrazio Joseph Ratzinger che mi offre alimento solido per la fede. Per gratitudine, alla mia preghiera per Papa Francesco aggiungerò d’ora in poi: “e per il caro Papa emerito Benedetto”.  

martedì 8 aprile 2014

Ancora Karol


Sto collaborando a programmi Rai su Giovanni Paolo II e, oltre alla gioia di rivivere quei momenti, ascolto testimonianze di chi l’ha conosciuto. Fra questi c’è il professor Stanislaw Grygiel che accompagnava Karol nelle gite in montagna con i suoi allievi, mettendo a punto le tesi universitarie. Un giorno Stanislaw non si era portato da mangiare e Wojtyla con discrezione spezzò a metà il suo panino e gli dette il suo tè da bere. Un dettaglio piccolo ma eloquente. Una volta sposato, Grygiel invitava spesso a cena il neovescovo di Cracovia che arrivava stanco e sul tardi. Una volta i bambini erano già a letto e Karol restò contrariato; dopo qualche minuto si alzò, li svegliò e ingaggiò una battaglia a cuscinate. Poi rimise i bambini a dormire e tornò rasserenato a cenare. Sono episodi che gettano una luce sulla personalità di quel Papa che avrebbe stupito il mondo con i suoi gesti così umani e divini a un tempo. Dio è nella vita di tutti i giorni, non solo nei momenti interamente dedicati alla preghiera, e Wojtyla lo faceva capire con il suo stile. Rideva di gusto guardando i piccoli, le sue riunioni di lavoro erano serie ma divertenti. Quando Montanelli andò a cena da lui descrisse il suo sguardo come “sciabolate d’azzurro”. L’ho visto ridere alle lacrime mentre un universitario interpretava la parte del pagliaccio in un incontro con studenti nel pomeriggio di Pasqua. Il Papa parlava di Dio anche senza parole. Mi ha aiutato a semplificare e a consolidare il mio rapporto con Gesù.

mercoledì 2 aprile 2014

Suor Cristina canta l'amor di Dio



Suor Cristina sta superando i 40 milioni di visitatori su You Tube nella sequenza di The Voice of Italy, un programma di lancio di nuovi cantanti su RaiDue. Davanti a un fenomeno di ascolti così imponente diversi commentatori cattolici si sono cimentati in distinguo critici: può una suora partecipare ad un programma così laico? Avrebbe avuto tanto successo se non fosse stata una suora? Non è in pericolo la sua perseveranza? Ma pensate alla vostra perseveranza! Tutti i battezzati sono fedeli e, se non lo sono, sono infedeli. Il fenomeno suor Cristina merita attenzione ed è confortante. Intanto i giudici non la vedevano mentre cantava perché erano girati: l’approvazione della voce (espressa nel far girare la propria sedia) è avvenuta prima di accorgersi che la cantante è suora. Ciò che attrae il pubblico sono poi le risposte di genuino candore di suor Cristina: “sono una suora verissima”. “Ho un dono e ve lo dono”. “Aspetto una telefonata di Papa Francesco perché è lui che ci spinge ad uscir fuori ad evangelizzare perché Dio non toglie ma aggiunge…” A questo punto il pubblico applaude fortemente,a lungo, e J-AX, il rapper maledetto che canta la droga, piange senza ritegno. Ebbé? Vi pare poco? Non è evangelizzazione questa? In altre sequenze su You Tube suor Cristina racconta la propria vocazione con realismo e incanto, da vera siciliana sensibile e intelligente. Dio mio aiutami ad amarti come suor Cristina che compone canzoni d’amore per te. “Gesù dolce, Gesù amore” diceva Santa Caterina.