lunedì 28 luglio 2014

Il Paradiso al Meeting



Guardare in faccia una persona è il miglior modo per conoscerla. Andare al Meeting di Rimini vuol dire guardare in faccia i figli spirituali di don Giussani e avere il piacere di conoscerli meglio. Sono già stato tre volte al Meeting e ogni volta è stata un’emozione. Gli organizzatori sono di una simpatia straordinaria e i volontari sono altrettanto emozionanti testimoniando la carica spirituale che è stata loro trasmessa. Passare le proprie vacanze per mettersi al servizio degli ospiti del Meeting, facendo i lavori più diversi, dall’impiantista all’autista, significa aver imparato la logica di Gesù: quella del servire.
Quest’anno vado per presentare la raccolta delle Cartoline dal Paradiso (Ed. Ares) con Luigi Amicone, il direttore di Tempi. Mai cognome fu più azzeccato. Luigi ti trasmette la gioia della fede che don Giussani gli ha suscitato. Conoscere Luigi è riconoscere don Giussani. E’ stata sua l’idea delle cartoline dopo un mio libro sul Paradiso (Ed. Mondadori): un manuale d’istruzioni su come arrivare alla vita eterna estratto direttamente dalla Bibbia. Anche il nome “cartoline” è stata un’idea sua. Il 27 agosto ne parleremo pubblicamente in un angolo del Meeting gestito da Tempi, il settimanale necessario, quasi indispensabile, per il laico cristiano. Ci lavorano persone intelligenti e simpatiche come Benedetta Frigerio, Pietro Piccinini e altri. Collaborano persone di gran calibro come Annalisa Teggi e Marina Corradi. Non resta che abbonarsi a Tempi e venire al Meeting.


martedì 22 luglio 2014

Il rosario sotto le stelle


Il rosario sotto le stelle. Per me è un momento pieno di ricordi. Avevo 18 anni e, con sorpresa di mia zia, le chiesi di recitare il rosario insieme. Fino all’anno prima non avevo partecipato a questa preghiera domestica anzi ne facevo un’affettuosa imitazione: “Ave Maria piena di grazia.. (Ninì hai chiuso i polli? Sì).. Santa Maria madre di Dio..”. Eravamo in Calabria d’estate e la preghiera si recitava sul terrazzo, mentre l’Orsa maggiore dominava splendente  rimandando alla stella polare più in là. Mia zia non mi avrebbe più rivisto per anni perché la Madonna, grazie anche alle sue preghiere, mi stava indicando una strada di dedizione a Dio. La rividi molto tempo dopo e bevve con occhi lucidi il racconto della mia vocazione. In questi giorni la ricordo pregando su una scogliera, con le stesse stelle.
Guardare le stelle è perdersi nell’infinito, un infinito che è grande ma poca cosa rispetto alla capacità di amare che ci rende prìncipi del creato. Di giorno nuoto con occhialini verificando com’è creativo il creatore. I saraghi piccoli sono elegantissimi vestiti d’argento con una fascetta nera poco prima della coda. Le salpe pascolano nella zona delle alghe mimetizzandosi col dorso verde: ogni tanto lampeggiano riflettendo il sole col ventre argenteo. Sempre nuovi incontri: pesci maculati di cui non conosco il nome, con le sarde e tanti pesciolini neri che non hanno paura. Se esco in canoa ogni tanto saltano dei branchi di alici. La natura parla di Dio e mi fa parlare con Dio.



giovedì 17 luglio 2014

Il Sud mi rende più buono


Uno dei messaggi del Concilio Vaticano II è valorizzare ciò che Dio ha creato: amare il mondo, senza essere mondani. Un cristiano perciò s’identifica con Gesù anche percorrendo come Lui le strade del mondo. Per me che mi trovo nel Sud Italia (prima in Calabria e poi in Sicilia) è particolarmente evidente che le creature sono buone. Chi ama l’ordine, il funzionamento preciso dei trasporti, la puntualità, può andare a Dusseldorf ma se preferisce le persone creative e intelligenti, capaci di vera amicizia, il Sud Italia è il posto ideale. Il Sud è una continua scoperta. La compagnia di persone affettuose e profonde, che sanno chiedersi qual’è il senso della vita, che hanno un senso devoto dell’ospitalità, è forse il bene più prezioso, assieme a un contorno di piccole cose liete. La frutta è saporita forse perché non passa per troppi intermediari. Il mare, il grande mare blu dove lo sguardo si sperde, fa lievitare un senso di letizia nel cuore. Anche il mar Baltico è mare, ma il mare del Sud è “mare mare”. Salato, calmo, trasparente. Un conoscente veniva via dalla spiaggia perché era “sporco”: c’erano qua e là delle chiazze bianche piccoline, subito scomparse. Tralascio il confronto col mare nei pressi Roma o più su. A Monte Paone in Calabria c’è un gelataio, un artista, che fa delle granite (i gusti assaggiati: mandorla, mandarino, pompelmo rosa) che spopolerebbero altrove ma lui vuol restare al suo paese. Il Sud mi rende più buono: il forte sole mi avvolge e mi fa tornare bambino.



mercoledì 9 luglio 2014

Tracciare la strada per il laico cristiano


Oggi il compito principale per la Chiesa è la formazione dei laici. Non sono io che lo dico ma il Concilio Vaticano II: il nucleo fondamentale del suo messaggio è la chiamata universale alla santità. Anche i laici sono chiamati ad essere uomini e donne di Dio. Chi è per noi un laico cristiano? Se confronto l’idea corrente di cristiano normale con quella dei primi cristiani, com’è prospettata negli Atti degli Apostoli, vedo una differenza abissale. La familiarità con lo Spirito Santo, la generosità economica, l’iniziatica apostolica, la fiducia nella preghiera, erano di un livello quasi inimmaginabile per un cristiano d’oggi. Come colmare questa differenza? Occorre pregare il Padrone della messe perché mandi operai… e questo è il primo passo. Il secondo è adeguare a livelli più alti gli obiettivi di chi ha la responsabilità della formazione dei laici. Chi va a Messa la domenica, non tradisce la moglie, e non ammazza è un cristiano al primo gradino ma bisogna salire più su: arrivare al livello dei santi, di Santa Caterina, di Santa Teresa, di Padre Pio. Rapporto continuo con Gesù, preoccupazione affettuosa per gli altri, frequenza dei sacramenti,  approfondimento della fede, impegno nel lavoro ben fatto, relazione leale con i colleghi, rapporto continuo con i figli e così via. E’ vero che per secoli il modello di santità sono stati frati, suore, fondatori, vescovi ma sarà la comunione con Gesù a suggerire strade nuove. Col Suo aiuto creativo le tracceremo col nostro cuore innamorato.

sabato 5 luglio 2014

L'estate e lo Spirito Santo


Il Concilio Vaticano II ha operato un cambiamento di prospettiva. Si era affermata da alcuni secoli una visione del mondo percepito esclusivamente come occasione di peccato. Una visione che non esisteva nel Medio Evo, basti pensare al cantico delle creature di San Francesco o a Santa Caterina da Siena che diceva (la cito sempre): “Tu mi dici: non vorrei essere assorbito dalle cose mondane e io ti rispondo che siamo noi che le rendiamo mondane perché tutto procede dalla bontà divina”. Essere del mondo senza essere mondano: è una prospettiva che il Concilio riafferma e che san Josemaría apriva fin dagli anni ’30. Una cosa è amare il mondo come creatura di Dio e altro è farsi dominare da una prospettiva mondana. L’antidoto è uno: la fede.
 Alla vigilia di un periodo estivo è il momento di fare il punto su come affronto i giorni dell’estate. Sia in città che in vacanza tutto diventa più facile: vestirsi, mangiare, fare sport. Perfino il lavoro, quando tocca, è più rilassato. E’ il momento di puntare al meglio. Se la mia vocazione di cristiano è identificarmi con Gesù devo rendere più facile questa realtà. E’ Lui che opera: a me tocca semplificargli l’azione. Comunicarmi, leggere il Vangelo e qualche libro di spiritualità (Confessioni di S. Agostino, Ratzinger…), recitare il Rosario sotto le stelle, dedicare tempo davanti al Tabernacolo, essere più affettuoso e attento agli altri. E’ il momento dello Spirito Santo: un pilota automatico che mi aiuta a “lasciarmi andare” nel modo giusto.