lunedì 1 settembre 2014

I missili dei cristiani

C’è un missile che arriva sempre al bersaglio ed è la preghiera. Un giornalista ha chiesto al Papa se ritenesse inutile l’incontro in Vaticano fra israeliani e palestinesi, visto il precipitare degli eventi. Il Papa ha risposto che anche tra il fumo delle bombe si intravede una porta che la preghiera aprirà. Mi sembra che abbia ragione. Duemila anni di storia c’insegnano che il cristianesimo sempre perseguitato non viene mai sconfitto; che problemi che sembrano insolubili si risolvono e si sciolgono come la neve al sole. Sono devoto a Santa Caterina da Siena che da buona toscana aveva il senso dell’umorismo. Lei stava il più possibile ritirata in una cella a casa sua e quando la carità la portava a girare per il mondo si faceva una cella interiore nel proprio animo. La Provvidenza la portò ad Avignone: i fiorentini la condussero perché risolvesse per loro una divergenza col Papa, lei non riuscì in questo intento ma invece convinse il Papa a tornare a Roma: un problema che allora sembrava insolubile. Il Papa, che la stimava, trovò il coraggio, affrontò molte difficoltà e tornò a Roma. Da allora il Santo Padre riprese a governare la Chiesa dalla cattedra di Pietro. Non spaventiamoci delle aggressioni e preghiamo per i martiri. Noi abbiamo i veri missili che vanno sparati col carburante della fede. Non stanchiamoci di pregare. Gesù non abbandona i suoi. Chiediamo di essere davvero suoi, non perché portiamo una casacca ma perché abbiamo fede in Lui e crediamo nell’arma della preghiera.



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