giovedì 6 novembre 2014

Le attese dei cristiani

 

C’è stata un’epoca in cui i cristiani avevano un rapporto vivace con il loro vescovo. Sant’Ambrogio è stato eletto vescovo a furor di popolo e Sant’Agostino divenne sacerdote in modo simile e poi vescovo. Nei secoli in cui veniva a mancare l’autorità civile ci si rivolgeva all’autorità ecclesiastica per compiti supplitivi e, senza andar lontani nel tempo, la presenza del Papa a Roma e di Schuster a Milano durante l’ultima guerra è stata decisiva. Ora viviamo in tempi difficili e viene spontaneo pensare all’aiuto che possono dare i vescovi al nostro  Paese. E’ giusto che i laici si facciano sentire per chiarire quali sono i loro bisogni. Mi azzarderei a fare alcune proposte. Abbiamo bisogno che i vescovi ci parlino di Gesù come ne parlava Santa Caterina da Siena (che contemplava continuamente Cristo in croce) e che ricordassero ai cristiani che sono seguaci di chi ha sparso il proprio sangue e ha dato il suo corpo in pasto a noi come alimento spirituale. Andrebbe seguito l’esempio del Papa che, nella prospettiva di un nuovo fronte di guerra, ha indetto una veglia di preghiera. La preghiera può diventare più presente nella vita della Chiesa malgrado la pressione dei media che vorrebbero ridurla ad agenzia umanitaria. I giovani potrebbero essere maggiormente stimolati per una vita cristiana impegnata e verso il sacerdozio. La Chiesa italiana sta già facendo un buon lavoro nei confronti degli immigrati e di chi è disoccupato. Forse i pastori possono esigere dai laici che facciano di più.

Nessun commento:

Posta un commento