giovedì 29 gennaio 2015

Santi non benpensanti

 
Mi ha sempre colpito l’inerzia degli Apostoli che non furono capaci di predicare Gesù Cristo se non dopo la venuta dello Spirito Santo. Avevano toccato Gesù risorto eppure non avevano ancora la forza di lanciarsi ad annunciare il Vangelo. I cattolici oggi dovrebbero meditare questa pagina degli Atti degli Apostoli (2,4). Chi ha fede deve partire dalla frase di Gesù: “Senza di me non potete fare nulla” (Gv 15,1). Qui nasce la differenza fra il cristiano devoto e il santo. Il santo, l’uomo di Dio, sa di essere, come direbbe Edoardo, “la schifezza, della schifezza, della schifezza ‘e ll’uomene (degli uomini)”. Non è un linguaggio paradossale. Santa Caterina così si esprimeva nei confronti di chi si fida solo del proprio criterio. Se si perde la coscienza del bisogno che la creatura ha del Creatore si diventa ridicoli: meritevoli del ‘pernacchio’ che ridimensionò il nobil’uomo dell’Oro di Napoli. Se non vivo di fede, diffidando del mio criterio, corro il rischio di restare soltanto un benpensante. Benpensanti erano quelli che hanno mandato Gesù sulla croce.
Papa Francesco si esprime con linguaggio semplice. Se dice che darebbe un pugno a chi offende sua madre e che l’Humanae Vitae non prescrive di partorire figli come conigli, sta dicendo che la libertà d’espressione va temperata con la prudenza e che la paternità dev’essere responsabile. Per interpretare le sue parole è sbagliato fare i moralisti. Devo essere un uomo di fede, non un benpensante che collabora con i “gentili” contro Gesù.

giovedì 22 gennaio 2015

Un sogno per i cattolici


“Il mio regno non è di questo mondo” ha detto Gesù e ha aggiunto “Il Regno di Dio è dentro di Voi”. Ci ha insegnato il Padre Nostro in cui diciamo “venga il tuo Regno”. Questo regno interiore di Dio produce frutti tangibili affinché gli uomini “vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). La fede si manifesta in “opere buone”.
Proviamo a sognare come sarebbero i cattolici se avessero fede. E’ necessario sognare perché i grandi desideri aprono strade. I Papi di questi anni sono eccezionali, al di là dei sogni migliori. Possiamo sognare i nostri vescovi più pastori, alla maniera di Sant’Ambrogio e Sant’Agostino che credevano nella preghiera e facevano pregare a lungo il popolo davanti alle difficoltà; nello stesso tempo sapevano tener testa all’autorità civile e alle eresie serpeggianti.
I sacerdoti potrebbero formare meglio i comuni cristiani tirandoli fuori dalla tiepidezza e portandoli da una parte ad una fede vibrante (farne dei contemplativi, uomini di sacramenti e preghiera) e d’altra parte, capaci di santificare il lavoro e il matrimonio, influenzando senza timidezze la società civile, con coraggio, come hanno fatto i difensori della famiglia pochi giorni fa a Milano. Ci vogliono entrambi: sia un rapporto intenso con Dio che la capacità di essere mariti, lavoratori, operatori nel sociale esemplari. Basta con la mediocrità. Preghiamo il Padrone della messe. Vogliamo tutto. Ogni cristiano col proprio stile ma che appicchi il fuoco.

giovedì 15 gennaio 2015

Gesù è l'unica via

 
“Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male… Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”. Sono parole del Figlio di Dio che ha versato il suo sangue per noi. Su questi principi è stata edificata la civiltà europea e occidentale, pur in mezzo a tante manchevolezze. L’unità di tanti popoli diversi è venuta da qui. Non capiamo la legge del taglione e in questo ci differenziamo dagli altri monoteismi. Non capiamo le reazioni violente e le vendette. Abbiamo sincera pietà per i redattori uccisi del settimanale laicista Charlie. Ma dobbiamo anche capire che se l’Europa recide le sue radici è finita. Il laicismo francese, che è all’avanguardia nella cultura sterile di morte, odiatrice di crocifissi, presepi e religioni manifestate, non è la strada da percorrere. Perciò chi desidera essere un cattolico può esprimere sincera solidarietà ma non può dire “Je suis Charlie”.
Il cristiano, malgrado le sue fragilità, dice “io sono  Gesù”. L’identificazione con Cristo è lo spirito del cristiano. Il vero problema del mondo è che i cattolici sono tiepidi e ignoranti del Vangelo. “La vittoria che vince il mondo è la nostra fede” dice San Giovanni nella prima lettera. Fede, preghiera, confessione, eucarestia: questa è la via vera che devo percorrere. Affidarmi allo Spirito Santo. Sapere che Gesù è morto quasi da solo in croce, ma è risorto ed è la luce che vince le tenebre. Sveglia!