giovedì 24 settembre 2015

La causa della crisi è l'abbandono del cristianesimo

 
 Ma diciamolo una buona volta. La causa della crisi che attanaglia il mondo occidentale, e che si riflette sulla restante parte del globo, è l’abbandono del cristianesimo. La civiltà occidentale così umana rispetto a quella feroce pagana è nata dalla fede. Tante deviazioni, tante brutture, tanti peccati sì, ma c’era la fede come propulsore. La vita civile che rinasceva attorno ai conventi, lo splendore del sapere delle università fondate da francescani e domenicani, l’architettura della Divina Commedia e le meraviglie del Rinascimento nascono da lì. Solo da lì. “Io sono la vite e voi i tralci” (Gv 15,5). Se si taglia la vite i tralci appassiscono. Niente frutti. E’ quanto sta accadendo.
Devo cominciare da me e dire con gli Apostoli: Signore aumentami la fede! (Luca 17,5). Devo convincermi che il vero strumento è la preghiera e la vera strategia è accettare la volontà di Dio, allora soltanto i talenti si moltiplicano e divento operatore di pace.
In questi giorni il Papa è in America e incontrerà i rappresentanti di tutto il mondo. Sosteniamolo con la mia e nostra preghiera. Confortiamo i dubbiosi che pensano che il Papa non fa ciò che loro vorrebbero. E’ lui che ha la grazia di stato. E’ il padre comune. Cerchiamo di capirlo, vogliamogli più bene, siamo meno presuntuosi. Santa Monica c’insegna che la preghiera ottiene ciò che sembra più difficile: convertire i cuori induriti, come quello di Agostino. E’ ciò che sta tentando di fare il Papa. Ci riuscirà se comincio da me a convertirmi.

mercoledì 23 settembre 2015

Dal 13 ottobre nelle librerie il nuovo libro di Pippo Corigliano sulla santificazione del lavoro


Ebbene sì, ho sempre avuto dubbi se io stessi davvero santificando il lavoro, santificando me e gli altri. Per chiarirmi le idee ho scritto un libro che la Mondadori recensisce così:
http://www.librimondadori.it/libri/siamo-in-missione-per-conto-di-dio-pippo-corigliano.
Ho conosciuto alcune persone che lavorano bene e che ammiro: parlo anche di queste.
Un caro saluto
Pippo

venerdì 18 settembre 2015

Preghiamo per il viaggio del Papa

 
Durante il prossimo viaggio in America desidero accompagnare il Papa con una preghiera speciale. Un viaggio delicato non solo perché sigilla la pace Cuba-USA a cui la Santa Sede ha contribuito, non solo per il significativo incontro mondiale delle famiglie a Filadelfia, ma per il valore internazionale dell’incontro col Presidente e il Congresso Usa,  e dell’intervento all’ONU.
L’immagine del bambino morto sulla spiaggia, che non riesco a guardare senza lacrime (e credo di essere in buona compagnia), può segnare una svolta nel grande dramma dell’umanità, che per la prima volta nella storia, può pensare a se stessa come un’unica comunità globalizzata. Gli squilibri esistenti, efficacemente denunciati dal Papa, fanno sì che il reddito delle 80 persone più ricche sia pari a quello di tre miliardi e mezzo di persone più povere. E’, più o meno, come se in Italia ci fosse un solo ricco mentre il resto della popolazione muore di fame. Da qui derivano le migrazioni e le tensioni.
Il Papa non va a denunciare soltanto, va a proporre rimedi. Il miracolo sarebbe che nel paese più ricco del mondo ci fosse chi raccoglie i suoi appelli e dia vita ad un serio progetto di sviluppo mondiale. L’America del piano Marshall ha consentito la ripresa dei paesi europei distrutti. Si potrebbe proseguire su questa linea.
E’ una speranza senza troppe speranze, ma chi crede nella preghiera non perde la fiducia perché la Provvidenza c’è. Quel bambino, che ora gioca nelle braccia del Creatore, ce lo chiede.

martedì 15 settembre 2015

Sia fatta la tua volontà


 Sia fatta la Tua volontà. Quante volte ho ripetuto questa preghiera… Ora mi sembra di riscoprirla. Da giovane tendevo a pregare Dio perché mi aiutasse nelle faccende personali. Più tardi ho cominciato a pregarLo perché riuscissi a servirLo, come se il mio compito fosse quello di aiutare Dio col mio apostolato, con la scrittura, con gli studi. Non ne avevo coscienza esplicita, ma implicitamente pensavo che occorresse, per dir così, dare una mano al Padre Eterno. Forse non sono il solo con questo atteggiamento: senza il mio intervento Dio è nei pasticci. Fa proprio ridere. Ora mi è più chiaro che devo lasciar fare tutto a Lui e che i miei programmi si riducono a uno solo: assecondare la Sua volontà. Fiat voluntas Tua.
E’ incredibile quante energie si sprigionano quando si dice a Gesù: pensaci Tu! Si diventa più operosi, sereni e creativi. Sembrerebbe il contrario. Abbandonarsi nelle mani di Dio parrebbe una specie di sonno. Invece no. Vanno via le tensioni inutili che frenano le ruote della nostra attività e si procede leggeri. Umili perché è Dio che fa tutto, senza la preoccupazione del proprio prestigio e delle piccole ansie che opprimono il cuore. Gesù fai Tu! Si faccia la Tua volontà. Io desidero solo servirti. Si confida nella preghiera sapendo che la Provvidenza provvede e guida le vicende umane. In questi giorni un’intenzione doverosa è accompagnare il Santo Padre nel difficile viaggio negli Stati Uniti dove ci sono molti che non lo capiscono. Gesù pensaci Tu! Fiat voluntas Tua.

venerdì 4 settembre 2015

Il tesoro della vita sono le persone

 Nello spazio di pochi mesi mi è arrivata la notizia della morte, prima l’uno e poi l’altro, in diverse città, di due miei compagni di classe (per la precisione: sezione A del liceo Sannazaro di Napoli). Si parla sempre bene dei defunti ma in questo caso ben a ragione. Entrambi, Gianfranco e Corrado, erano dei signori: mai un commento negativo, sempre disponibili per gli altri. Anche se ognuno ha preso la sua strada e ci siamo rivisti solo in occasione di ricorrenze speciali, la conoscenza, che si fa in quegli anni, di una persona resta, ed è profonda. A quell’età, tra i 15 e i 18 anni, si vede come l’altro affronta le circostanze tristi e allegre, come prende forma il suo carattere. I ricordi di quegli anni restano nel cuore di ognuno e assumono un contorno incantato. Tutto sembra bello col passare del tempo: il primo amore, le prime esperienze di vita, di sport, d’iniziative insieme. C’è poi il ricordo comune dei nostri professori, ognuno caratterizzato da pregi e difetti stigmatizzati senza pietà ma con simpatia.
Sono contento di occuparmi oggi della formazione di giovani. Credo che sia l’attività più importante del mondo. Il resto è carta d’imballaggio. Le persone sono la realtà. Non a caso nostro Signore muore per le persone, dandosi come alimento per la vita di ciascuno. In questo il Papa ci fa da maestro. Ci indica le dimensioni dei problemi mondiali ma partendo dalla famiglia e dall’attenzione al singolo, specie se bambino o malato. Il tesoro della vita sono le persone.