sabato 27 febbraio 2016

Perché mi sono impegnato nel Family Day

 
A chi mi chiede come mai ho preso così decisamente posizione per il Family Day rispondo che il mio interesse è dettato dalla questione in sé del ddl contestato (istituzionalizzazione innecessaria delle unioni omosessuali, apertura all’utero in affitto e via cantando) ma anche dalla necessità di contrastare  il processo che le èlite angloamericane, vincitrici della guerra, hanno innescato. Un processo culturale, politico e sociale ben chiaro. Le radici culturali sono quelle calviniste secolarizzate americane (il successo come segno di una predestinazione positiva, il disprezzo dei poveri, il profitto ad oltranza ben rappresentato da Paperon dei Paperoni) e quelle dell’empirismo inglese (homo homini lupus di Hobbes, individualismo, ciò che si può fare va considerato legittimo, …). Non occorrono dietrologie per accorgersi che il loro progetto sociale è la disgregazione della morale occidentale tradizionale con la creazione di individui attenti solo ai diritti, forti consumatori e acritici perché soggetti all’enorme pressione omologante dei mezzi di comunicazione da loro controllati. All’ondata dei diritti non c’è limite: libertà di manipolazione degli embrioni umani  (vedi Inghilterra), depenalizzazione della pedofilia, eutanasia, e … staremo a vedere. Gli aspetti economico-politici del progetto sono: trasferimento della crisi economica ai paesi più poveri (in Italia ne stiamo pagando le conseguenze), guerre (ormai è ammissione comune che l’ISIS è stato promosso dall’Occidente), destabilizzazione politica degli altri paesi. E’ notorio che le 80 persone più ricche al mondo hanno un reddito pari a 3 miliardi e mezzo di persone più povere.
In passato ci sono stati imperi più crudeli ma a noi tocca salvare il salvabile e far fiorire una civiltà che non consideri il profitto individuale l’unico bene. Questo è compito nostro che comincia dal rispettare i cristiani che non la pensano come noi e che punta a creare una cultura dell’intelligenza, della solidarietà e della temperanza.
E’ una sintesi semplificata ma serve per dire che d’ora in avanti non è tempo di polemiche ma di costruire.

giovedì 25 febbraio 2016

Grazie agli organizzatori dell'Ora di Guardia e del Family Day

Vorrei ringraziare gli organizzatori dell'ora di guardia e del Family Day. Senza di loro il ddl Cirinnà sarebbe passato integralmente.
L'iniziativa dell'ora di guardia ha ricordato che la preghiera è lo "strumento" principale. Parola di Gesù che disse "senza di me non potete fare nulla" (Gv 15,8).
Il Family Day ha dimostrato che in Italia c'è un popolo per la famiglia. E' stato un bene che la gerarchia cattolica non abbia sponsorizzato l'iniziativa. La famiglia è un bene naturale e non è patrimonio dei soli cattolici. Non bisogna coinvolgere direttamente la Gerarchia nelle vicende politiche anche se essa deve alzare coraggiosamente la sua voce per annunciare la verità . Il popolo per la famiglia ora ha una sua identità autonoma, deve continuare ad esprimersi, creare cultura e condizionare le scelte politiche con energia. E' nata qualcosa che prima non c'era e questo è un altro motivo per ringraziare gli organizzatori del F.Day.
Questo popolo per la famiglia si trova a combattere da solo contro gli ambienti internazionali che controllano i media e influiscono sulla politica e la magistratura dei paesi. Non ci facciamo illusioni: la forza dei mezzi di comunicazione è capace di omologare le coscienze. Per fortuna in Italia ancora c'è un nucleo capace di reagire quando si mettono le mani sui bambini e sulla famiglia. Dobbiamo diventare una forza attiva. Ben vengano tutte le iniziative che lavorano in questa direzione.

Sull'emporio culturale per la famiglia


Ho avuto diversi riscontri per l’idea di creare sul web un emporio culturale, o una rete di empori, in cui vengano raccolti spunti, idee, suggerimenti utili per genitori e figli che, per definizione, oggi hanno poco tempo a disposizione. Provo a immaginare l’organizzazione di un emporio del genere. Mi vengono in mente i negozietti col cartello: tutto a un euro. Ogni testo, video, audio non dovrebbe richiedere più di tre minuti, con un rimando ad un approfondimento se necessario. Questo il primo requisito: la brevità.
Secondo requisito: la leggerezza, che non vuol dire superficialità. Oggi siamo appesantiti da tanti impegni mentre l’informazione e l’intrattenimento stanno diventando anch’essi pesanti. L’informazione, specie quella televisiva, per concorrenza gareggia a chi dà la notizia più terribile. L’intrattenimento presenta spesso situazioni familiari e morali problematiche, che inquietano gli animi più che distenderli. C’è bisogno di sorridere e, possibilmente, di cantare. Perciò la leggerezza è necessaria per poi aprire le porte agli approfondimenti. I filmati su WhatsApp non superano i tre minuti, sui giornali tendiamo a leggere i titoli e i piccoli riquadri con i punti salienti, il giornale radio è sintetico per natura, sul web Twitter è telegrafico e Facebook  taglia dolcemente… Se poi la leggerezza è spumeggiante ci soffermiamo volentieri.
Il terzo requisito è la varietà. Una famiglia ha bisogno di essere aggiornata su tutto. A questo punto non ci resta che metterci al lavoro…

giovedì 18 febbraio 2016

C'è bisogno di un emporio culturale

 
 Dopo i tre family day la famiglia italiana ha una identificazione sociale che prima non aveva. Si dava per scontato che la famiglia c’era ed era la forza del Paese anche in tempi difficili e con politiche dissennate. Ora la famiglia sta diventando militante e ha bisogno di essere attrezzata culturalmente e politicamente. I genitori sono sempre impegnati e proprio per questo l’ultimo family day si è presentato come “eroico”: tempo, denaro e viaggi sono stati impiegati superando i disagi. Ora c’è bisogno che la famiglia sia informata e viva in un clima culturale costruttivo e tonificante, tenendo sempre presente che il tempo da dedicare all’autoformazione è poco. Sarebbe da auspicare che si raccolgano segnalazioni di dati scientifici, notizie, libri, video… che meritino di essere visti e conosciuti, presentati da brevi recensioni. Esempi ce ne sono: le conversazioni di Franco Nembrini su Dante di Tv2000 raccolte su YouTube o le chiacchierate con i giovani di Alessandro D’Avenia; tanti articoli di Tempi che meritano di essere conservati; l’articolo di Marina Corradi su Avvenire sugli esperimenti inglesi sugli embrioni; i libri di Costanza Miriano sull’impegno per la felicità matrimoniale; il romanzo gradevolissimo “Il risveglio della signorina Prim”; libri buoni per bambini… Un emporio culturale in cui la famiglia può pescare. Già ci sono bei siti di documentazione (documentazione.info) o per scegliere un film (familycinematv.it). Occorre continuare con iniziative del genere.

giovedì 11 febbraio 2016

Francesco e Kirill: preghiamo e speriamo

 
L’incontro fra Papa Francesco e il patriarca Kirill fa sperare non solo nella saldatura di una frattura storica tra oriente ed occidente ma anche nella creazione di un nuovo scenario storico, culturale e religioso. Una cristianità unita da Lisbona a Vladivostock è una prospettiva che apre alla speranza di una nuova entità che si sottragga all’egemonia del capitalismo cupo di marca calvinista che affonda le sue radici nell’empirismo inglese di Hobbes, quello dell’homo homini lupus: una concezione della persona e dei rapporti umani lontana da quella solidaristica cristiana che proprio in questi anni sta mostrando il suo volto più feroce, triste ed avido. La linea politica di Putin incoraggia questa speranza. Il leader russo, molto amato in patria, non condivide l’individualismo disgregatore di marca angloamericana, non permette che i bambini orfani russi siano adottati dalle coppie omosessuali occidentali e ha addirittura regalato a Papa Francesco un’icona della Madonna, baciandola lui per primo. Un gesto che appare epocale a chi ricorda la profezia di Fatima e la paura di chi paventava i cosacchi russi che avrebbero abbeverato i loro cavalli nelle fontane di San Pietro, inviati da “Baffone”, il terribile Stalin. Ora la minaccia viene da un Occidente che dal ‘68 in poi diffonde la droga, il libero amore, la mortificazione del matrimonio, la permissività dell’aborto, gli esperimenti sugli embrioni umani, l’eutanasia e compagnia cantando. La Provvidenza provvede: preghiamo e speriamo.

mercoledì 3 febbraio 2016

L'allegria della famiglia salverà il mondo

Il successo del Family Day è aver dimostrato che le famiglie italiane hanno un’identità e vogliono far rispettare i propri diritti. Non bisogna scoraggiarsi se i politici misconoscono l’importanza della manifestazione né se i media affermano che non esiste differenza fra uomo e donna, che i bambini non hanno diritto ad una mamma e un papà, che non vanno messi limiti alla manipolazione della vita umana e così via. Siamo di fronte a un fanatismo che porta l’Occidente al declino, che accampa ragioni senza ragione, che rende impossibile il dialogo con chi così non la pensa. I cristiani hanno vissuto momenti peggiori lungo la storia e hanno vinto con la perseveranza nel bene. Oggi i genitori devono attrezzarsi culturalmente, avendo cura di ciò che leggono, per non farsi influenzare e per rinnovare ogni giorno il loro amore reciproco. Prima loro stessi e poi i figli. Ancora più importante è la cura del rapporto continuo con Dio (di cui poco si parla), un dialogo da riprendere continuamente come quello di Agostino nelle Confessioni. Frequentare ogni giorno il Vangelo, la Santa Messa e il rosario (non si perde il tempo, si moltiplica). La vita spirituale è una pianta che va nutrita e coltivata. Vanno evitati i grandi giornali laicisti e le abituali fiction televisive (i cui autori conducono normalmente una vita disordinata che si riflette nelle loro opere). Scegliere quel che di buono c’è in giro per divertirsi bene. Accettare i figli che vengono. L’allegria della famiglia salverà il mondo.

martedì 2 febbraio 2016

Zanda ritiene sgradevole lo slogan "ce ne ricorderemo". Ce ne ricorderemo

 
Luigi Zanda è una persona rispettabile ma uno scivolone l’ha fatto (sempre se il Corriere di oggi 2 febbraio ha riferito la verità) nel dichiarare a proposito del Family Day: “Ho trovato decisamente sgradevoli slogan del tipo “ce ne ricorderemo”.
Ricordiamo a lui alcuni fatti:
  1. Gli ultimi tre governi: Monti, Letta, Renzi non sono stati votati dagli italiani. Il “popolo” non ha potuto esprimersi.
  2. I partiti ormai decidono loro  i candidati alle elezioni. La gente deve scegliere fra i partiti ma non può decidere chi mandare in Parlamento. Altra mancanza di rappresentanza.
  3. La famiglia in Italia è trascurata dai governi e dalle istituzioni. Soltanto la regione Lombardia ha fatto qualcosa in proposito. Per il resto siamo gli ultimi in Europa sotto quest’aspetto. Ma nessuno lo dice.
  4. Diversi senatori hanno pubblicamente lamentato che il ddl Cirinnà sia stato portato affrettatamente in aula per la votazione senza l’esame adeguato della Commissione Giustizia del Senato. E’ un procedimento democratico questo?

Caro Zanda non trova legittimo che una rappresentanza delle famiglie cerchi di pesare sulle scelte dei governi e del Parlamento? E’ sgradevole ricordare che è rimasto a loro soltanto lo strumento disatteso che è il voto? Siamo forse diventati un’oligarchia ammantata malamente di democrazia?