mercoledì 30 marzo 2016

Santa Caterina ci fa vincere la "tristizia"


Abbiamo vissuto poco fa la Settimana Santa. La forza di queste giornate è tale che mi sento sempre inadeguato a viverle pienamente come i mistici, che partecipano anche nella loro carne di questi eventi. Santa Caterina da Siena parlava spesso del sangue di Gesù. "Nel sangue si perde l'amore della vita propria, di quello amore perverso che l'uomo ha a sé medesimo" scrive a un religioso (lettera 55) e giunge fino all'apparente eccesso: "Annegatevi nel sangue di Cristo crocifisso, ponetevi in croce con Cristo crocifisso, nascondetevi nelle piaghe di Cristo crocifisso, fatevi bagno nel sangue di Cristo crocifisso"(Lettera “a uno alto prelato”). In un altra occasione consiglia a un frate: "Pregovi che stiate confitto e inchiavellato in su la croce" (41). Questo estremo dono di se' nasce dalla contemplazione dell'Amore di Dio: "Quanto tu aprirai l'occhio de lo 'nteletto a riguardare il fuoco e l'abisso della inestimabile carità di Dio inverso di te - lo quale amore t'ha mostrato col mezzo del Verbo del Figlio suo -, tanto sarai costretto dall'amore ad amarlo in verità con tutto il cuore e con tutto l'affetto e con tutte le forze tue" (47). Questa scoperta è fonte di allegria perché: "la tristizia non procede da altro se non dalla fede che poniamo nelle creature"(31). Nulla può levare la pace perché: "Se ciascuno sapesse usare la grazia di Dio che gli è data, ritrarrebbe guadagno da tutte le cose che continuamente gli accadono" (pg.171 della biografia del B.Raimondo, Ed. Cantagalli)

venerdì 25 marzo 2016

Oggi essere cristiani è una scelta urgente e consapevole


Le persecuzioni hanno un aspetto provvidenziale. La marea montante contro la famiglia (e i cattolici in generale) diventa sempre più evidente e allarmante. Soprattutto in Italia fare una famiglia oggi è come piantare una tenda in un deserto. Nessuna agevolazione, solo difficoltà. Dimostrare pubblicamente la propria fede è causa di ostilità e di emarginazione. Un esempio fra i tanti possibili, che a suo tempo fece Galli della Loggia: è inconcepibile che il direttore del Corriere della Sera sia un cattolico praticante (e aggiungerei La Repubblica e La Stampa). In diversi stati europei portare un segno religioso attaccato a una collana non è tollerato, e così via... In tutto questo c'è un aspetto positivo: oggi chi vive di fede deve essere in grado di renderne ragione. Non c'è più spazio per la tiepidezza e la mediocrità. Posto che siamo tutti peccatori e indegni di essere cristiani, non è più il momento di sentirci soddisfatti perché cristiani della domenica. Se voglio perseverare nella fede oggi devo avere la forza che viene dalla direzione spirituale e dalla frequenza dei sacramenti (confessione, comunione, santa messa). Devo leggere continuamente il Nuovo Testamento e libri di autentica spiritualità cristiana. Sentire la preoccupazione delle anime: la messe è molta ma gli operai sono pochi. Devo pregare il padrone della messe perché mandi operai... Devo vivere l'allegria del dono di se'. Solo chi si è dato è contento. Oggi essere cristiani è una scelta urgente e consapevole.

giovedì 17 marzo 2016

L'unica medicina per la società sadica

Se scompare Gesù dal nostro orizzonte scompare il concetto di persona. Il rispetto per le persone nel mondo occidentale ha la sua radice ultima nell'amore che Dio nutre per ogni persona, per ogni uomo che è fratello di Gesù. La prima comunità cristiana s'impegnò immediatamente nell'assistenza dei poveri e delle vedove tanto che gli Apostoli, per trovare il tempo per predicare, nominarono dei diaconi che li sostituissero. Si erano dati totalmente all'assistenza del prossimo. Gli ospedali sorsero subito. Il rispetto per ogni uomo, per ogni persona, è la caratteristica fondamentale della civiltà occidentale.
Recentemente in un articolo su Repubblica lo psichiatra Massimo Recalcati analizza l'esigenza, oggi dominante, di godimento sfrenato. Un impulso di umanità disordinata che vede nella legge, sia positiva che morale, il vero crimine, la vera oppressione che è quella di voler porre un limite. Non ci devono essere limiti: non hanno senso i tabù dell'incesto, dello stupro, della pedofilia, del gusto di far soffrire, della pratica omosessuale, della droga. Il recente delitto di Roma non è che una conferma. Per i numerosi seguaci di De Sade l'unica legge è l'affermazione incontrastata della volontà di godimento. L'articolo di Recalcati è stato ripreso sia dai cattolici che dai laicisti. I primi con sgomento, i secondi con soddisfazione. E' evidente che la battaglia per le leggi buone oggi è necessaria ma perdente perché le leggi sono considerate un sopruso. Quest'ondata si può fermare solo con l'incontro con Gesù. Il figliol prodigo torna dal padre e lì troverà la legge della paternità fondata sull'amore, quella legge che ha dato consistenza alla cività europea. Pregare Gesù, identificarsi con Lui, vivere in missione per conto Suo. E' l'unica medicina per una cura lunga che è l'unica guaritrice.

giovedì 10 marzo 2016

Da Papa Francesco una preghiera a San Giuseppe


In vista della bella festa di San Giuseppe desidero rivolgergli una preghiera affinché  protegga la famiglia in Italia e nel mondo. Ho estratto questo testo dall'omelia della Messa d'inaugurazione del pontificato di Papa Francesco, il 19 marzo 2013:
O Dio che affidasti a San Giuseppe il compito di custodire Maria, Gesù e tutta la Chiesa fa che anch’io, sull’esempio del santo Patriarca, sappia uniformarmi alla Tua volontà con discrezione, umiltà e silenzio e con una fedeltà totale anche quando non comprendo.
Fa che io sappia ascoltare la Tua voce, sappia leggere gli avvenimenti,  mi faccia guidare dalla Tua volontà e sappia prendere le decisioni più sagge.
Fa che io sappia corrispondere alla mia vocazione cristiana con disponibilità, con prontezza, per custodire Cristo nella mia vita, nella vita degli altri e nel creato.
Fa che io, accompagnato da Gesù, Maria e Giuseppe, sappia custodire le persone che vivono con me con costante attenzione a Te, ai Tuoi segni e al Tuo progetto.
Fa che io, con amore,  sappia aver cura di ogni persona, cominciando dalla mia famiglia, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili.
Fa che io sappia vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene.
Fa che io sappia avere cura di me stesso, ricordando che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita. Fa che io vigili sui miei sentimenti, sul mio cuore, da dove escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono. Che io non abbia paura della bontà e neanche della tenerezza!


venerdì 4 marzo 2016

Un video che è una sorpresa..


 Ho visto alcune puntate di “Nel mezzo del cammin…” di Franco Nembrini su YouTube. Si tratta delle trasmissioni di Tv2000 in cui “il Franco” spiega la Divina Commedia affinché diventi la divina commedia della vita di ciascuno degli spettatori e della mia vita. I ricordi di scuola  su Dante, che già sono pallidi, si sgretolano a causa della penetrazione che ne fa Nembrini. Dante diventa un uomo vivo, capace d’amore, a dispetto del naso adunco dei suoi ritratti. E fa diventare vivi anche noi. La Divina Commedia – spiega Nembrini – non è una visione dell’aldilà, ma una visione dell’aldiqua vista con gli occhi di Dio. E noi cominciamo a guardare la nostra vita con questa prospettiva. Un Dio Padre e Creatore che non inganna i figli suoi, che mette nel cuore desideri che vanno soddisfatti alla grande e Nembrini fa dire a Dante come vanno soddisfatti. Dante diventa un maestro di vita e Nembrini lo spiega, diventando maestro anche lui, senza sguardo professorale ma come guida. Diventa lui il nostro Virgilio. Nella vita, dice, non occorre necessariamente viaggiare, l’importante è il viaggio in profondità dentro di noi… Si scopre che l’amore vero è l’inizio dell’Amore. Finita la trasmissione si vuol vedere subito la seguente. Per fortuna la Commedia è lunga, tante le puntate e  il Franco diventa un amico.
Ecco un modo di impegnare alla grande il tempo in famiglia. Con un figlio si può guardar Nembrini con la sicurezza che il ragazzo, forse dopo una prima resistenza, si appassionerà più di noi.