E' sorprendente come la vicinanza a Gesù generi allegria.
Non c'è da meravigliarsi perché Gesù dice di se stesso: "io sono la via,
la verità e la vita". E' immediato comprendere che "la via"
indica il percorso di Gesù, che è per noi il modello. La "verità" è
evidente perché riferita al Verbo incarnato. La "vita" può intendersi
sia come vita eterna e risurrezione ma significa anche che l'anima unita a
Cristo è vitale ed esprime tutte le sue potenzialità. E' impressionante vedere
come i santi cosiddetti contemplativi abbiano realizzato un'infinità di cose e
ne abbiano fatte nascere altre in conseguenza. Fra i tanti penso a Padre Pio o
all'enorme influenza nella storia esercitata da Santa Caterina da Siena.
Personalmente ho conoscito San Josemaría che ha svolto un'incredibile attività
nei suoi 73 anni di vita e che ti sorprendeva per il suo irresistibile buon
umore. Era un uomo che combatteva con se stesso ma praticava e consigliava un
ascetismo sorridente, una lotta per amore fino all'ultimo istante. Viveva
l'infanzia spirituale: si sentiva figlio e figlio piccolo di Dio - "non
più di tre anni" consigliava - e traeva la sua forza dalla preghiera.
"Io non sono nulla, non so nulla, non posso nulla..." ricordo il
suono di queste parole pronunciate con passione. Quando sento che non sto
facendo bene il mio lavoro chiedo allo Spirito Santo di fare da pilota
automatico, come faceva lui che si fidava ogni giorno di più di Dio e meno di
se stesso. La sua era un'umiltà piena di allegria.
lunedì 27 giugno 2016
lunedì 20 giugno 2016
La vera necessità della Chiesa è la fede dei comuni cristiani
La vera necessità della Chiesa è la fede dei comuni
cristiani. L'esempio dei primi cristiani può servirci per rompere il guscio di
mediocrità in cui siamo stati educati. A me pare che sia un fatto sconvolgente
che molti cristiani della prima ora, ebrei, vendessero tutto ciò che avevano
mettendo il ricavato ai piedi degli apostoli. (Atti ...). Arrivare a tanto
significa essere pienamente coinvolti, in tutta la famiglia. Quando si mette
mano al portafoglio significa che prima la si è messa sul cuore. Così mi
colpisce che Aquila (marito) e Priscilla incontrino un intellettuale dell'epoca
di nome Apollo, in atteggiamento ben disposto e non lo mandino da un teologo e
un sacerdote ma lo formino loro al cristianesimo (Atti...). Sembra a volte che
la chiamata alla santità enunciata dall'ultimo concilio sia un invito
letterario. Per essere santi occorre far entrare in noi lo Spirito Santo e le
porte sono quelle: la preghiera, la lettura del Vangelo più qualche libro di
contenuto cristiano, la pratica della confessione e della comunione frequente
(un Dio che si dà da mangiare), il rosario. Allora sì che cambieremo questa
tristissima Europa e convertiremo l'Occidente che prima era seminatore (anche)
di luce e ora di distruzione, cupidigia e morte. L'identificazione con Cristo è
la fonte della felicità propria e altrui. Non devo aspettare che lo dicano i
preti, i vescovi e il Papa (che lo dice chiaramente). E io chi sono? un
semideficiente saputello o un umile servitore della vigna del Signore?
mercoledì 15 giugno 2016
Consanguinei di Gesù
Il
mese di giugno è in singolare sintonia con il tema del Giubileo della
Misericordia anche perché le feste del Cuore di Gesù e di Maria ci riportano
all'amore misericordioso di Dio. Sant'Agostino (De sancta virginitate,6) dice
che "Maria cooperò col suo amore alla nascita nella Chiesa dei fedeli,
membra di quel Capo di cui ella è madre secondo il corpo". E' un motivo in
più per considerarci "consanguinei" di Gesù, come diceva San
Josemaría Escrivá: "Figli miei sapete perché vi voglio così bene? Perché
vedo scorrere in voi lo stesso sangue di Gesù". Questa "fisicità"
del considerarci figli di Maria e fratelli di Gesù ci aiuta
nell'identificazione con Cristo. Lo Spirito Santo è l' autore di questa
identificazione. Quello stesso Spirito che ha inondato l'anima e il corpo di
Maria per farci pervenire Gesù. “Lo Spirito come il vento, soffia dove vuole” (Gv. 3,8) vien detto a Nicodemo: a me tocca
non frapporre ostacoli e tenere le finestre del mio animo ben aperte a questa
benefica corrente. La lettura quotidiana del Vangelo e di un libro spirituale,
la frequente confessione e la santa comunione, l'orazione mentale e la recita
del rosario, assieme alle altre pratiche sono le finestre spalancate, sono
l'alimento del bambino che sono io che ha bisogno di pasti frequenti. Tanto più
frequenti quanto più piccolo è il bambino. Nella mia corsa forsennata
nell'impiegare inutilmente il tempo, queste pratiche sono il rimedio che non me
lo fa sprecare e agevolano l'identificazione con Cristo.
lunedì 6 giugno 2016
La storicità dei Vangeli e tanto altro
Anni fa il Corriere della Sera chiese a Vittorio Messori una
risposta ad un articolo che il professor Hans Kung aveva scritto in chiave
ostile alla Chiesa Cattolica. Messori la scrisse ma protestò chiedendosi cosa ci
stessero a fare le Università cattoliche e pontificie quando si doveva
ricorrere a un giornalista per rispondere a un teologo. Il problema esiste: da
una parte le università fanno ricerca e la ricerca è la frontiera del particolare
e del dubbio; d'altra parte gli atenei formano specialisti, con la conseguenza
che la comunicazione verso "gli altri" resta assente. Ma lo spirito
di Gesù richiede di saper dare a tutti parole di vita eterna e non solo agli
addetti ai lavori. Joseph Grifone, professore di matematica all'Université Paul
Sabatier de Toulouse, riesce con precisione analitica e capacità di sintesi a
tracciare un itinerario nella fede che è a un tempo teologico, spirituale e
ascetico. Si parte dalla verità storica dei Vangeli con le relative critiche (liberale,
della storia delle forme, di Bultman) per restituire certezza alla reale
possibilità di attingere alla vera realtà di Gesù e dell'ambiente dei suoi
discepoli. Dall'attesa messianica dei secoli precedenti si passa alla testimonianza
che Gesù ha dato di sè e all'esame dei miracoli e della risurrezione. Segue la
descrizione dell'annuncio della salvezza nel mondo culturale antico e delle
controversie cristologiche che portano poi a definire l'umanità e la divinità
di Gesù con il mistero dell'Unità e Trinità di Dio. Il libro descrive il senso
del sacrificio redentore e della presenza di Dio nella storia della Chiesa;
infine si sofferma con chiarezza sulla vita in Cristo, sull'unione con Lui
nell'Eucarestia e i sacramenti e, in generale, sull'identificazione del
cristiano con Gesù. Non è trascurata la dimensione sociale della carità. In
sintesi un vero itinerario verso Dio in 300 pagine che costituiscono un
efficace vademecum per il laico cristiano. Il titolo è "Dai Vangeli a Gesù
Cristo", Ares Editore, prezzo 16 euro, marzo 2016.
Lo sbarco in Normandia continua ancora
"Lo
sbarco in Normandia continua ancora" dice un amico al protagonista del
libro i"I Diavoli" di Guido Brera. Il libro (Rizzoli editore) fa comprendere
il clima e i giochi dell'alta finanza mondiale e fa capire che lo scenario
della seconda guerra mondiale non è sostanzialmente mutato. L'Italia ha perso
la guerra e ancora oggi si va sempre più configurando come un paese
colonizzato. I vincitori (beninteso abbastanza clementi rispetto ai secoli
passati) impongono il clima sociale e morale, l'agenda dei temi da affrontare
sembra più imposto dall'esterno che non dalle condizioni interne (un esempio:
come mai un paese con problemi gravi di occupazione e di immigrazione si trova
impegnato su un tema periferico e circoscritto come quello delle unioni civili?),
le privatizzazioni eseguite affrettatamente, il prossimo cambiamento
costituzionale che favorisce un tipo di governo decisionista, e così via... In
realtà nel dopoguerra un momento favorevole c'è stato. Nel 1962 l'Italia era al
quarto posto fra i paesi più industrializzati. Quello sviluppo prodigioso era
avvenuto grazie ad una classe dirigente ben preparata (Kennedy disse a Fanfani
che aveva studiato su un suo libro) e in un periodo in cui gli alleati erano
impegnati nella guerra fredda. Ora il turbocapitalismo della deregulation, assieme
al nuovo protagonista tedesco, sembra imperversare sulle sorti del nostro
Paese. Qual'è la soluzione? Pare che ce ne sia una sola: la qualità delle
persone. Occorre stimolare i giovani a studiare col desiderio di comprendere la
realtà che ci circonda: cultura umanistica, storia (debellata dai luoghi
comuni), economia e finanza, comunicazione; trasmettendo il coraggio
d'intraprendere. Papa Francesco dà la direzione giusta.
venerdì 3 giugno 2016
Meglio stare dalla parte del pubblicano
Le attenzioni del Papa nei confronti di Pannella, della
Bonino e di Scalfari mi hanno sorpreso. E' stata un'occasione per me di
riflessione. Non è che per caso mi sto mettendo nel numero di chi si meraviglia
che Gesù parli con la Samaritana, di chi pretende che Gesù condanni l'adultera,
di chi si scandalizza del pranzo di Gesù con Zaccheo, "capo dei pubblicani
e ricco", o con gli amici di Matteo, anche lui pubblicano? (i pubblicani
non solo erano esattori delle tasse ma le sottraevano al popolo eletto per
versarle ai Romani: peggio non si può). Oppure assomiglio a Simone il fariseo
che dice fra sé:
«Costui, se fosse profeta, saprebbe che donna è questa che lo tocca; perché è
una peccatrice». Anche in me c'è la tendenza a ridurre il rapporto con Dio a
regole fisse che mi danno sicurezza. Invece Gesù entra nel vero spirito della
legge: non la sovverte ma la interpreta nel modo giusto. Dio ne sa più di me.
Devo stare attento perché sono stati gli scribi, i farisei, i dottori della
legge a condannare Gesù. Perciò mi sono detto: "vacci piano quando ti
viene voglia di criticare l'operato del vicario di Cristo. Pensa ai fatti tuoi,
pensa come va l'identificazione con Gesù pur ricevendolo ogni giorno. Sei
sicuro di saper voler bene agli altri? di comprenderli, di guardarli come Gesù?
Cerca di non essere l'ipocrita che predica bene e razzola male". Meglio
stare dalla parte del pubblicano (anche lui! Lc 18) che chiede perdono, che
dalla parte del fariseo sicuro di sé ma non accetto a Dio.
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