lunedì 27 giugno 2016

La vicinanza con Gesù genera allegria


E' sorprendente come la vicinanza a Gesù generi allegria. Non c'è da meravigliarsi perché Gesù dice di se stesso: "io sono la via, la verità e la vita". E' immediato comprendere che "la via" indica il percorso di Gesù, che è per noi il modello. La "verità" è evidente perché riferita al Verbo incarnato. La "vita" può intendersi sia come vita eterna e risurrezione ma significa anche che l'anima unita a Cristo è vitale ed esprime tutte le sue potenzialità. E' impressionante vedere come i santi cosiddetti contemplativi abbiano realizzato un'infinità di cose e ne abbiano fatte nascere altre in conseguenza. Fra i tanti penso a Padre Pio o all'enorme influenza nella storia esercitata da Santa Caterina da Siena. Personalmente ho conoscito San Josemaría che ha svolto un'incredibile attività nei suoi 73 anni di vita e che ti sorprendeva per il suo irresistibile buon umore. Era un uomo che combatteva con se stesso ma praticava e consigliava un ascetismo sorridente, una lotta per amore fino all'ultimo istante. Viveva l'infanzia spirituale: si sentiva figlio e figlio piccolo di Dio - "non più di tre anni" consigliava - e traeva la sua forza dalla preghiera. "Io non sono nulla, non so nulla, non posso nulla..." ricordo il suono di queste parole pronunciate con passione. Quando sento che non sto facendo bene il mio lavoro chiedo allo Spirito Santo di fare da pilota automatico, come faceva lui che si fidava ogni giorno di più di Dio e meno di se stesso. La sua era un'umiltà piena di allegria.

lunedì 20 giugno 2016

La vera necessità della Chiesa è la fede dei comuni cristiani

La vera necessità della Chiesa è la fede dei comuni cristiani. L'esempio dei primi cristiani può servirci per rompere il guscio di mediocrità in cui siamo stati educati. A me pare che sia un fatto sconvolgente che molti cristiani della prima ora, ebrei, vendessero tutto ciò che avevano mettendo il ricavato ai piedi degli apostoli. (Atti ...). Arrivare a tanto significa essere pienamente coinvolti, in tutta la famiglia. Quando si mette mano al portafoglio significa che prima la si è messa sul cuore. Così mi colpisce che Aquila (marito) e Priscilla incontrino un intellettuale dell'epoca di nome Apollo, in atteggiamento ben disposto e non lo mandino da un teologo e un sacerdote ma lo formino loro al cristianesimo (Atti...). Sembra a volte che la chiamata alla santità enunciata dall'ultimo concilio sia un invito letterario. Per essere santi occorre far entrare in noi lo Spirito Santo e le porte sono quelle: la preghiera, la lettura del Vangelo più qualche libro di contenuto cristiano, la pratica della confessione e della comunione frequente (un Dio che si dà da mangiare), il rosario. Allora sì che cambieremo questa tristissima Europa e convertiremo l'Occidente che prima era seminatore (anche) di luce e ora di distruzione, cupidigia e morte. L'identificazione con Cristo è la fonte della felicità propria e altrui. Non devo aspettare che lo dicano i preti, i vescovi e il Papa (che lo dice chiaramente). E io chi sono? un semideficiente saputello o un umile servitore della vigna del Signore?

mercoledì 15 giugno 2016

Consanguinei di Gesù


Il mese di giugno è in singolare sintonia con il tema del Giubileo della Misericordia anche perché le feste del Cuore di Gesù e di Maria ci riportano all'amore misericordioso di Dio. Sant'Agostino (De sancta virginitate,6) dice che "Maria cooperò col suo amore alla nascita nella Chiesa dei fedeli, membra di quel Capo di cui ella è madre secondo il corpo". E' un motivo in più per considerarci "consanguinei" di Gesù, come diceva San Josemaría Escrivá: "Figli miei sapete perché vi voglio così bene? Perché vedo scorrere in voi lo stesso sangue di Gesù". Questa "fisicità" del considerarci figli di Maria e fratelli di Gesù ci aiuta nell'identificazione con Cristo. Lo Spirito Santo è l' autore di questa identificazione. Quello stesso Spirito che ha inondato l'anima e il corpo di Maria per farci pervenire Gesù. “Lo Spirito come il vento, soffia dove vuole” (Gv. 3,8) vien detto a Nicodemo: a me tocca non frapporre ostacoli e tenere le finestre del mio animo ben aperte a questa benefica corrente. La lettura quotidiana del Vangelo e di un libro spirituale, la frequente confessione e la santa comunione, l'orazione mentale e la recita del rosario, assieme alle altre pratiche sono le finestre spalancate, sono l'alimento del bambino che sono io che ha bisogno di pasti frequenti. Tanto più frequenti quanto più piccolo è il bambino. Nella mia corsa forsennata nell'impiegare inutilmente il tempo, queste pratiche sono il rimedio che non me lo fa sprecare e agevolano l'identificazione con Cristo.

lunedì 6 giugno 2016

La storicità dei Vangeli e tanto altro

Anni fa il Corriere della Sera chiese a Vittorio Messori una risposta ad un articolo che il professor Hans Kung aveva scritto in chiave ostile alla Chiesa Cattolica. Messori la scrisse ma protestò chiedendosi cosa ci stessero a fare le Università cattoliche e pontificie quando si doveva ricorrere a un giornalista per rispondere a un teologo. Il problema esiste: da una parte le università fanno ricerca e la ricerca è la frontiera del particolare e del dubbio; d'altra parte gli atenei formano specialisti, con la conseguenza che la comunicazione verso "gli altri" resta assente. Ma lo spirito di Gesù richiede di saper dare a tutti parole di vita eterna e non solo agli addetti ai lavori. Joseph Grifone, professore di matematica all'Université Paul Sabatier de Toulouse, riesce con precisione analitica e capacità di sintesi a tracciare un itinerario nella fede che è a un tempo teologico, spirituale e ascetico. Si parte dalla verità storica dei Vangeli con le relative critiche (liberale, della storia delle forme, di Bultman) per restituire certezza alla reale possibilità di attingere alla vera realtà di Gesù e dell'ambiente dei suoi discepoli. Dall'attesa messianica dei secoli precedenti si passa alla testimonianza che Gesù ha dato di sè e all'esame dei miracoli e della risurrezione. Segue la descrizione dell'annuncio della salvezza nel mondo culturale antico e delle controversie cristologiche che portano poi a definire l'umanità e la divinità di Gesù con il mistero dell'Unità e Trinità di Dio. Il libro descrive il senso del sacrificio redentore e della presenza di Dio nella storia della Chiesa; infine si sofferma con chiarezza sulla vita in Cristo, sull'unione con Lui nell'Eucarestia e i sacramenti e, in generale, sull'identificazione del cristiano con Gesù. Non è trascurata la dimensione sociale della carità. In sintesi un vero itinerario verso Dio in 300 pagine che costituiscono un efficace vademecum per il laico cristiano. Il titolo è "Dai Vangeli a Gesù Cristo", Ares Editore, prezzo 16 euro, marzo 2016.


Lo sbarco in Normandia continua ancora


"Lo sbarco in Normandia continua ancora" dice un amico al protagonista del libro i"I Diavoli" di Guido Brera. Il libro (Rizzoli editore) fa comprendere il clima e i giochi dell'alta finanza mondiale e fa capire che lo scenario della seconda guerra mondiale non è sostanzialmente mutato. L'Italia ha perso la guerra e ancora oggi si va sempre più configurando come un paese colonizzato. I vincitori (beninteso abbastanza clementi rispetto ai secoli passati) impongono il clima sociale e morale, l'agenda dei temi da affrontare sembra più imposto dall'esterno che non dalle condizioni interne (un esempio: come mai un paese con problemi gravi di occupazione e di immigrazione si trova impegnato su un tema periferico e circoscritto come quello delle unioni civili?), le privatizzazioni eseguite affrettatamente, il prossimo cambiamento costituzionale che favorisce un tipo di governo decisionista, e così via... In realtà nel dopoguerra un momento favorevole c'è stato. Nel 1962 l'Italia era al quarto posto fra i paesi più industrializzati. Quello sviluppo prodigioso era avvenuto grazie ad una classe dirigente ben preparata (Kennedy disse a Fanfani che aveva studiato su un suo libro) e in un periodo in cui gli alleati erano impegnati nella guerra fredda. Ora il turbocapitalismo della deregulation, assieme al nuovo protagonista tedesco, sembra imperversare sulle sorti del nostro Paese. Qual'è la soluzione? Pare che ce ne sia una sola: la qualità delle persone. Occorre stimolare i giovani a studiare col desiderio di comprendere la realtà che ci circonda: cultura umanistica, storia (debellata dai luoghi comuni), economia e finanza, comunicazione; trasmettendo il coraggio d'intraprendere. Papa Francesco dà la direzione giusta. 


venerdì 3 giugno 2016

Meglio stare dalla parte del pubblicano


Le attenzioni del Papa nei confronti di Pannella, della Bonino e di Scalfari mi hanno sorpreso. E' stata un'occasione per me di riflessione. Non è che per caso mi sto mettendo nel numero di chi si meraviglia che Gesù parli con la Samaritana, di chi pretende che Gesù condanni l'adultera, di chi si scandalizza del pranzo di Gesù con Zaccheo, "capo dei pubblicani e ricco", o con gli amici di Matteo, anche lui pubblicano? (i pubblicani non solo erano esattori delle tasse ma le sottraevano al popolo eletto per versarle ai Romani: peggio non si può). Oppure assomiglio a Simone il fariseo che dice fra sé: «Costui, se fosse profeta, saprebbe che donna è questa che lo tocca; perché è una peccatrice». Anche in me c'è la tendenza a ridurre il rapporto con Dio a regole fisse che mi danno sicurezza. Invece Gesù entra nel vero spirito della legge: non la sovverte ma la interpreta nel modo giusto. Dio ne sa più di me. Devo stare attento perché sono stati gli scribi, i farisei, i dottori della legge a condannare Gesù. Perciò mi sono detto: "vacci piano quando ti viene voglia di criticare l'operato del vicario di Cristo. Pensa ai fatti tuoi, pensa come va l'identificazione con Gesù pur ricevendolo ogni giorno. Sei sicuro di saper voler bene agli altri? di comprenderli, di guardarli come Gesù? Cerca di non essere l'ipocrita che predica bene e razzola male". Meglio stare dalla parte del pubblicano (anche lui! Lc 18) che chiede perdono, che dalla parte del fariseo sicuro di sé ma non accetto a Dio.