domenica 14 agosto 2016

Ettore Bernabei

Con la morte di Ettore Bernabei si chiude la generazione di coloro che hanno portato l'Italia del dopoguerra a diventare, nel '62, la quarta potenza industriale mondiale. Bernabei non è stato solo il forgiatore di una Rai che raggiunse vertici di qualità internazionale. E' stato l'amico e consigliere di Amintore Fanfani con cui si vedeva ogni sera. Hanno seguito insieme le fasi più delicate della politica nazionale e internazionale. E' stato proprio Bernabei un anello di quella catena di comunicazione febbrile che scongiurò la minaccia della terza guerra mondiale nel '62. Bernabei si trovava a Washington e riferì allo staff di John Kennedy quanto Papa Giovanni e Fanfani suggerivano per risolvere la crisi dei missili russi a Cuba. Gli Stati Uniti accettarono di ritirare i propri missili dalla Puglia e da altre località da cui potevano raggiungere il territorio russo, realizzando così l'accordo di pace.
Bernabei non ha mai cessato di seguire le vicende della Rai, non certo per nostalgia, ma perché era cosciente di quanto fosse importante la televisione per formare la coscienza di un paese, nel bene e nel male. Lui la gestì per il bene. Voleva mandare a letto gli italiani contenti del proprio lavoro, coscienti dei problemi del Paese ma fiduciosi di un domani migliore. Ha unito capacità manageriale e la cultura necessaria per educare milioni di spettatori. A chi lo accusava di fare una televisione pedagogica rispondeva che la televisione è sempre pedagogica.
Andato in pensione, ha creato la Lux Vide, società di produzione che ha regalato all'Italia e al mondo programmi di qualità, dimostrando che la battaglia degli ascolti si vince non con la tv spazzatura ma con l'intelligenza dei programmi. I suoi successi come produttore sono numerosi. Il più recente è la serie di don Matteo che non cessa di realizzare ascolti incredibili. La fiction su Papa Giovanni XXIII ha registrato il record di ascolti per il suo genere.
Tanto altro ha realizzato e insegnato ma ciò che a lui stava a cuore è di trasmettere la fede in Dio e la conseguente fiducia nella Provvidenza. Lui vedeva la sua vita così: un percorso guidato e accompagnato dalla Provvidenza.
Nella foto la festa del 95° compleanno celebrato con i familiari il 16 maggio scorso

giovedì 11 agosto 2016

La professionalità


Se si dice a una persona che ha professionalità la si rende felice. Oggi la professionalità è probabilmente l'unico valore rimasto. Alla radice dell'impegno nel lavoro ci sono diverse motivazioni: l'affermazione della propria personalità, la soddisfazione economica, ecc... Quasi sempre purtroppo il lavoro che più viene stimato è quello meglio remunerato. Un finanziere speculatore viene considerato con più stima di una casalinga con molti figli anche se il primo è un parassita della società e l'altra ne è una colonna. E allora cos'è il lavoro? Il primo Professionista è Dio che, secondo la Bibbia, ha creato il mondo intero inventando anche il week end. Alla radice della cultura ebraica c'è il lavoro. "Chi non lavora non mangi" dice San Paolo (2Tess 3,10) riprendendo la tradizione ebraica così diversa da quella dei popoli vicini. L'altro Professionista è Gesù che nei trent'anni di lavoro nascosto e nei tre anni di vita pubblica ha costruito il grande edificio che è la Chiesa, e ancor oggi contiamo gli anni dalla sua nascita. Il cristiano segue le orme di Gesù: il suo primo compito è costruire la Chiesa attraverso la famiglia e il lavoro professionale. Non si tratta d'inserire buoni pensierini nella vita familiare e di lavoro, ma di svolgere un'azione formativa impegnata verso tutti, con amicizia e confidenza. Il grande artefice della Chiesa è lo Spirito Santo per cui il cristiano  non deve solo essere operativo ma dev'essere un uomo di preghiera che legge il Vangelo.

martedì 2 agosto 2016

Grazie ad Antonio Fazio


Si legge sui giornali che le banche italiane sono sane con l'unica eccezione del Monte dei Paschi. Mi pare che sia giunto il momento di ringraziare Antonio Fazio, governatore della Banca d'Italia dal '93 al 2005, per aver tenuto il sistema bancario italiano al di fuori della bufera provocata dal crack finanziario di Wall Street avvenuto nel 2008 ma provocato dalla speculazione finanziaria cosiddetta dei subprime: una crisi iniziata negli Stati Uniti nella seconda metà del 2006 a causa di un'eccessiva speculazione finanziaria che ha avuto le conseguenze che conosciamo in tutto il mondo bancario occidentale. Ora le nostre banche risentono certamente della crisi ma cosa sarebbe successo se avessero seguito l'esempio delle banche americane?

Altro che Lepanto


Quando si è cominciato a parlare di scontro di civiltà (cristianità contro mondo islamico, vedi Marcello Pera in Italia e Oriana Fallaci dagli Stati Uniti) Giovanni Paolo II, il 27 ottobre 1986, convocò una Giornata di preghiera per la pace, ad Assisi, con i rappresentanti di tutte le religioni del mondo. Il messaggio fondamentale era: tutte le religioni avvicinano a Dio e promuovono la pace. Le cause delle guerre sono altre.
A quest’incontro ne seguirono altri due promossi dallo stesso Papa e da Benedetto. I Papi non sono caduti nel trabocchetto preparato da forze occidentali per consentir loro un dominio incontrastato nel Medio Oriente petrolifero. L’Isis è sorto utilizzando il fanatismo religioso di alcuni per gettare lo scompiglio in quella regione in modo da giustificare il massiccio intervento armato occidentale e garantirne il dominio assoluto come sempre ha tentato di fare l’Inghilterra negli ultimi secoli. Il mitico Laurence d’Arabia era un agente di Sua Maestà che fomentò lo scontro fra tribù di diverso credo musulmano realizzando il solito “divide et impera” proprio di tutti gli imperi.
L’integrazione dei musulmani nella società europea è un problema reale che è cosa in buona parte diversa dalla lotta al terrorismo, che ha altre motivazioni. Se si vuole sconfiggere il terrorismo musulmano in Europa e nel mondo, l’Occidente deve garantire una pace solida in Medio Oriente che rispetti le differenze religiose e tribali che vi sono. Non è strano che l’Occidente che è dotato di forze economiche immense ed è in buoni rapporti con gli sceicchi petroliferi e con l’Iran, che ha in Israele un alleato efficiente, non riesca a mettere le condizioni per una pace duratura?
Gli ultimi attentati riportano a questa necessità di soluzione. Non ci sono i presupposti per una nuova battaglia di Lepanto.

La bellezza che parla di Dio


Interrompere la vita cittadina e andare in vacanza non è solo l’occasione per dormire di più e fare sport e passeggiate, è anche il momento di contemplare la natura che è didattica, direi apologetica. La natura insegna e parla di Dio. Nel mio caso passeggio in canoa fra le rocce di Terrasini non lontano dall’aeroporto di Palermo. La natura mi sorprende. Frotte di pesciolini saltano davanti alla prua della canoa e c’è anche il pesciolino più sportivo che termina il salto scorrendo sulla coda come per lo sci d’acqua. I giovani saraghi sono vestiti a festa e hanno una striscia nera in campo d’argento sia sul collo che accanto alla coda. Le salpe brucano le alghe come pecore in campagna: sono verdine ma ogni tanto mandano bagliori che riflettono la luce del sole. I gabbiani che a Roma sembrano invadenti qui sono nel loro habitat. Sono grigi finché sono giovani poi diventano bianchi. Imparano a volare quando sono già cresciuti abbastanza. Mentre gli adulti gridano con una voce di bambino che scherza, loro ancora pigolano e si vede che vorrebbero volare ma hanno paura. La mamma gli svolazza intorno fino a che osano lanciarsi. Il Creatore manifesta il suo lato creativo e si capisce che ci sono più cose in cielo e in terra che nella mia filosofia, direbbe Shakespeare. Le rocce si vedono sul fondo in trasparenza fino a sconfinare nel mare blu; la moquette viola fatta di alghe e incrostazioni pulsanti di vita e colori è accarezzata dal mare. Grazie Dio mio per tanta bellezza.


Il nuovo eroismo



Povero Occidente. Per secoli è stato la locomotiva della civiltà, ora mostra segni di crisi profonda. Anzitutto al suo interno. Il turbocapitalismo di marca anglosassone sta impoverendo la classe media in un processo in cui i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri più poveri. Dal punto di vista culturale l’Occidente promuove una cultura in cui ogni istinto ha diritto di cittadinanza (droga, pornografia, sesso indiscriminato). Così l’uomo si riduce al livello degli animali e diventa manipolabile dal sistema. In cambio gli animali vengono venerati e viene riconosciuta la loro “dignità”.  La minaccia islamica è stata provocata dall’Occidente con una dissennata politica petrolifera e ora si presenta spaventosa volendo infliggere a noi ciò che abbiamo inflitto a loro in abbondanza. Qual è la via d’uscita? La vita senza Dio è una vita allo sbando ed è allo sbando la prospettiva dell’Occidente che ha abbandonato le radici cristiane. La soluzione è la fede dei cristiani. Mai i cristiani veri hanno avuto vita facile ma sono il lievito. La salvezza è nelle nostre mani e nei nostri cuori. Il mondo ha bisogno di santi, di uomini di Dio. Persone che sanno di essere in missione per conto di Dio e da Lui traggono la forza. San Paolo ci ha tracciato una strada esemplare. Basta cristiani approssimativi! Occorre imparare a vivere di fede. Le famiglie cristiane oggi sono come i monasteri agli albori del Medio Evo. E’ da loro che verrà un futuro migliore. Essere padri e madri cristiani è il nuovo eroismo che la Provvidenza ci chiede.

Il sole dell'orazione


La formazione religiosa mi fu data da mia zia in Calabria nell’estate che precedette la prima comunione, a sette anni. Poi la scuola ha aggiunto la nozione di peccato mortale, che si verifica se c’è “materia grave, piena avvertenza, deliberato consenso”. Non capivo bene il significato delle parole ma averle imparate a memoria mi è servito per chiarire progressivamente le idee, con annessa paura dell’inferno. Poi c’è stata la parentesi adolescenziale di abbandono della pratica religiosa fino alla riscoperta di un mondo nuovo, affettuoso, familiare dove Dio era diventato “papà” e non il controllore giudice. Nella scoperta della parolina “abbà-papà” era inclusa una pratica che non conoscevo: l’orazione mentale. “Mi hai scritto: “Pregare è parlare con Dio. Ma, di che cosa?”. Di che cosa? Di Lui, di te: gioie, tristezze, successi e insuccessi, nobili ambizioni, preoccupazioni quotidiane..., debolezze! E atti di ringraziamento e suppliche: e Amore e riparazione. In due parole: conoscerlo e conoscerti: “stare insieme!”. E ancora: “Non sai pregare? Mettiti alla presenza di Dio, e non appena comincerai a dire: “Signore, ... non so fare orazione!...”, sii certo che avrai cominciato a farla.” (Punti 91 e 90 di Cammino). Lungo la mia vita “ho fatto orazione” ogni giorno in modo diverso. In quest’ultimo periodo è aumentata la fiducia nella provvidenza di Dio e diminuita quella in me stesso. Parlo al Signore dei miei amici e di me. Ascolto. Lascio che il sole dello Spirito Santo abbronzi la mia anima.