martedì 2 agosto 2016

Altro che Lepanto


Quando si è cominciato a parlare di scontro di civiltà (cristianità contro mondo islamico, vedi Marcello Pera in Italia e Oriana Fallaci dagli Stati Uniti) Giovanni Paolo II, il 27 ottobre 1986, convocò una Giornata di preghiera per la pace, ad Assisi, con i rappresentanti di tutte le religioni del mondo. Il messaggio fondamentale era: tutte le religioni avvicinano a Dio e promuovono la pace. Le cause delle guerre sono altre.
A quest’incontro ne seguirono altri due promossi dallo stesso Papa e da Benedetto. I Papi non sono caduti nel trabocchetto preparato da forze occidentali per consentir loro un dominio incontrastato nel Medio Oriente petrolifero. L’Isis è sorto utilizzando il fanatismo religioso di alcuni per gettare lo scompiglio in quella regione in modo da giustificare il massiccio intervento armato occidentale e garantirne il dominio assoluto come sempre ha tentato di fare l’Inghilterra negli ultimi secoli. Il mitico Laurence d’Arabia era un agente di Sua Maestà che fomentò lo scontro fra tribù di diverso credo musulmano realizzando il solito “divide et impera” proprio di tutti gli imperi.
L’integrazione dei musulmani nella società europea è un problema reale che è cosa in buona parte diversa dalla lotta al terrorismo, che ha altre motivazioni. Se si vuole sconfiggere il terrorismo musulmano in Europa e nel mondo, l’Occidente deve garantire una pace solida in Medio Oriente che rispetti le differenze religiose e tribali che vi sono. Non è strano che l’Occidente che è dotato di forze economiche immense ed è in buoni rapporti con gli sceicchi petroliferi e con l’Iran, che ha in Israele un alleato efficiente, non riesca a mettere le condizioni per una pace duratura?
Gli ultimi attentati riportano a questa necessità di soluzione. Non ci sono i presupposti per una nuova battaglia di Lepanto.

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