giovedì 10 novembre 2016

Bernabei e il senso delle parole di Gesù


Ogni giorno, dopo la comunione, recito questa preghiera di mia composizione che non ha un valore ufficiale ma può servire a chi nutre riconoscenza e affetto verso Ettore Bernabei: "O Dio che concedesti a Ettore Bernabei doni di fede, generosità, saggezza, cultura e coraggio, Ti chiedo per sua intercessione di saper comprendere la Tua volontà nello scorrere degli avvenimenti privati e pubblici, e valutare giustamente lo svolgersi della storia umana intorno a me, tenendo presente il bene della Chiesa, della mia famiglia e del mio Paese. Degnati di glorificare il tuo figlio Ettore e di concedermi ciò che ti chiedo con la sua intercessione...". Sono più o meno tre mesi che non possiamo gioire per la presenza di Ettore su questa terra ma sento che mi assiste e mi suggerisce linee di condotta: confidare nella Provvidenza, comprendere, perdonare, coltivare grandi desideri. Conoscendolo si capiva il senso di alcune parabole di Gesù di non immediata comprensione. Il fattore accorto che provvede al suo futuro con le sostanze del padrone (Lc 16,1-13) e viene lodato perché bisogna apprendere dalla scaltrezza dei figli di questo mondo; la semplicità delle colombe unita all'astuzia dei serpenti (Mt. 10,16); l'invito a comprare una spada vendendo il mantello (Lc 22,36). Il Signore non vuole da me una fiducia nella Provvidenza da vispa Teresa ma un modo accorto di comprendere la Sua volontà, come faceva Maria che meditava gli avvenimenti nel suo cuore e Giuseppe che sapeva prendere l'iniziativa.


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