giovedì 13 aprile 2017

L'ultima Cena


L'Ultima Cena è un momento profondamente emozionante. "Ho desiderato ardentemente" dice Gesù "di mangiare questa Pasqua con voi" (Lc 22). In latino "desiderio desideravi": con desiderio ho desiderato (una traduzione letterale che fa capire l'intensità della volontà di Gesù). Nel lungo discorso riportato da Giovanni, Gesù promette: "io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre": lo Spirito Santo. Nel giorno della Pentecoste questa promessa viene mantenuta: gli Apostoli si trasformano. Da timidi diventano sfrontati: parlano chiaro e tutti li capiscono. Tremila si fanno battezzare. Lo Spirito Santo, dolce ospite dell'anima, più intimo di me stesso come diceva Agostino, è il sostegno nostro e di tutta la Chiesa: non è soltanto un sostegno personale ma di tutta la comunità umana. Diciamolo pure: senza lo spirito cristiano la civiltà decade inesorabilmente. La stessa Comunità Europea è nata prevalentemente ad opera di cristani convinti come De Gasperi, Schuman (per entrambi è in corso il processo di beatificazione) e Adenauer. Dopo i primi anni la cultura tecnocratica si è imposta generando un'entità tecnica in cui è difficile riconoscersi. E' solo un esempio che richiama il racconto biblico della Torre di Babele. Quando gli uomini pretendono di creare un'opera comune prescindendo da Dio il risultato è la confusione e la divisione. Nella Pentecoste invece non si realizza un'unità organizzativa bensì un'unità sostanziale che nasce dalla comunione dei santi pur nelle differenze di lingue e culture. C'è poco da fare: la nostra civiltà nasce dall'inabitazione dello Spirito Santo nei cuori. Senza di Lui nulla.

Nessun commento:

Posta un commento