domenica 14 gennaio 2018

Eduardo


Durante le vacanze di Natale ho rivisto l'irresistibile incipit della commedia di Eduardo "Natale in casa Cupiello". Tutta la commedia gira attorno alla visione del mondo del papà Lucariello: una visione ordinata dove il presepe è una bella cosa, il figlio va ricondotto sulla buona strada perché è viziato e un po' mariuolo e la figlia va riportata agli affetti di un matrimonio regolare evitando i capricci extraconiugali. Le cose non vanno così e Lucariello ne muore. Nella commedia "Filumena Marturano" i punti di riferimento sono chiari: l'aborto è un crimine (il grido "i figli so' figli" è da brivido) e la vita disordinata di Mimì Soriano va emendata da un matrimonio riparatore che Filumena riesce a strappargli. Eduardo era considerato "di sinistra" all'epoca ma i punti di riferimento antropologici sono indiscussi e sono quelli che hanno retto la nostra società fino al secondo dopoguerra, sia pure attraverso le tempeste ideologiche del '900.
Dal '67 in poi un nuovo tentativo di ingegneria sociale arriva dagli Stati Uniti. Viene abolito il codice di autoregolamentazione dei film di Hollywood, il '68 esplode con il libero amore, e vengono promossi valori come l'aborto facile, il divorzio breve, l'esaltazione dell'omosessualità, la sterilizzazione di massa nei paesi poveri, l'eutanasia e via discorrendo con il politically correct. Una rivoluzione antropologica che fabbrica individui single, consumatori, in concorrenza fra di loro, allo scopo di rendere sempre più ricche le lobby finanziarie che investono incredibili capitali in questo disegno.
Chi ha fede in Dio non deve temere: sempre il principe di questo mondo ha mosso guerra a Gesù e ai suoi discepoli. L'importante è rendersi conto del processo in atto in modo da reagire in modo adeguato. Per prima cosa occorre che chi ha fede la viva in modo consapevole e conseguente. In secondo luogo occorre cultura e competenza professionale per creare una società solidale in cui la ricchezza non sia l'unico orizzonte.


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